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Acquarello Pigmenti finemente macinati, stemperati con gomma arabica,
diluiti in acqua, consentono una pittura di grandi trasparenze e luminosità.
Tecnica antichissima, fu riportata in auge dai miniatori medievali, ripresa nel
Quattrocento da Dürer e in area inglese nel Cinquecento da John White e a fine
Settecento da Sandby, Blake, Girtin, Turner, Crome, Cox, de Wint, e
successivamente in epoca vittoriana. La tecnica, considerata difficile e
raffinata, permette di ottenere caratteristici effetti atmosferici e di redigere
rapidi e felici appunti di lavoro. Soltanto cinque i colori di base impiegati
dagli aquarellisti inglesi: ocra gialla, terra di Siena bruciata, rosso chiaro,
blu Monastral, nero d’avorio. Valenti anche la scuola americana del secondo
Ottocento e, nel Novecento, quella inglese con Burra, Nash, Jones, tedesca con
Klee negli anni della Bauhaus e americana con Ben Shahn. L’uso dell’aquerello
per gli originali delle illustrazioni ne consentì anche la riproduzione a stampa
col procedimento della mezzatinta. Il colore steso a velo, lasciato asciugare
prima dell’apposizione del successivo, lascia scoperto in parte il bianco della
carta per aumentare la luminosità dell’assieme. Le carte adatte sono di vario
peso e grana. Quelle specifiche si distinguono in pressate a freddo, pressate a
caldo, non pressate o ruvide. Ottime le carte a mano, ottenute da stracci di
lino sbiancati non chimicamente o con sostanze neutre e apprettate con colla, e
le carte di riso giapponesi. Le carte leggere devono essere tese previo bagno in
acqua e sgocciolatura; le pesanti possono essere fissate a supporto rigido e
impiegate senza trattamenti. Della vasta gamma di colori oggi disponibili i
professionisti non ne impiegano più di una dozzina. I pennelli d’elezione sono
quelli di martora. E’ preferibile usare acqua distillata.
La tecnica
richiede di lavorare a colore scuro su chiaro, per stesure sottili e uniformi di
toni uguali o sfumati in gradazione, o di colori diversi sovrapponendo al più
tre strati, previa asciugatura di ognuno, onde evitare esiti di colore sporco.
La zona da dipingere va inumidita con acqua prima di applicare le pennellate, in
senso orizzontale, facendole fondere una nell’altra. Contorni e profili si
bloccano inumidendoli. Il colore può essere applicato a puntini che la
percezione ottica fonde. A pennello asciutto si dipingono dettagli e nell’uso a
ventaglio si ottengono effetti di rigatura. Asciugandosi, il colore tende a
schiarire. La spugna consente di rischiarare colori troppo scuri che è anche
possibile raschiare parzialmente a lavoro asciutto, soprattutto se al colore è
stata aggiunta gomma arabica o sapone. La gomma per cancellare schiarisce
ulteriormente i colori asciutti. Impiegati insieme, inchiostri e tecnica
dell’aquerello producono esiti interessanti. |