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Arte Gotica

GOTICO

Il gotico rappresenta l'ultima grande fase unitaria dell'arte medievale europea. Le sue origini si collocano nella Francia del Nord entro la prima metà del sec. XII, quando i costruttori, coordinando in forma organica elementi già presenti nel romanico, nell'architettura orientale e nelle regioni anglo-normanne, giunsero a soluzioni del tutto originali. Dal sec. XII al XV, con straordinaria vitalità, il g. si estese gotico si estese rapidamente, fino a rinnovare totalmente l'aspetto stilistico dell'arte europea in tutte le sue forme, con una profonda unitarietà e costanza di linguaggio che si specificò in aree nazionali (o anche regionali) e in diverse fasi storiche di sviluppo. E' nella storiografia artistica del Rinascimento italiano che compare il termine gotico, applicato all'architettura, per indicare genericamente quanto avvenuto dopo la fine dell'arte antica, con il significato di "barbarico". Questa connotazione negativa, allargata in seguito a designare un'arte arbitraria e bizzarra, fuori delle regole classiche, permase fino alla fine del sec. XVIII, quando ebbe inizio un apprezzamento dell'arte medievale nelle culture inglese e francese. L'Ottocento vide un grande sviluppo degli studi storici sul gotico e l'immenso campo di ricerca fornito dai molteplici aspetti del fenomeno offre ancora spunti alla critica contemporanea. Da questo lavorio critico è nata una complessa terminologia per qualificare diversi aspetti stilistici del gotico, come p. es. il gotico fiammeggiante (o, in Italia, gotico fiorito), riferito all'architettura gotico tarda (sec. XV-metà sec. XVI), caratterizzata da un accentuato verticalismo, da effetti dinamici e coloristici e da un'esuberante decorazione scultorea. In rapporto col gotico fiammeggiante è il gotico ornato inglese (sec. XIV), mentre il tardo gotico in Inghilterra prende il nome di perpendicolare. Un discorso a parte merita invece il fortunato termine di gotico internazionale.
Nei paesi transalpini nell'arte gotica dei sec. XII e XIII la pittura rivestì un ruolo secondario rispetto all'architettura e alla scultura: scomparsi i cicli ad affresco della tradizione romanica, trionfarono le vetrate, ma in seguito, nel sec. XIV, l'affresco tornò a prevalere, anche per la grande diffusione della pittura profana (cicli in castelli e palazzi municipali), mentre contemporaneamente si affermava la pittura su tavola, a destinazione sia pubblica (grandi pale d'altare) sia privata (opere di devozione). Le cadenze linearistiche, il gusto per il colore, il fresco naturalismo appaiono ancora più esaltati nella miniatura, una delle più straordinarie manifestazioni della cultura gotica, diffusa in tutti i Paesi europei. Passando dai conventi alle corti principesche, la miniatura divenne una delle espressioni più colte e raffinate del gotico internazionale.
In Italia, invece per le diverse caratteristiche dell'architettura gotica, che non presenta né l'assenza di pareti periferiche né il verticalismo di quella d'oltralpe, la pittura vide il trionfo assoluto dell'affresco. Dalla fine del Duecento e lungo tutto il Trecento si elaborò un linguaggio nazionale, un "volgare" artistico che si riassume nella figura di Giotto e che, diffondendosi in tutta Italia, assunse accenti diversi nelle varie scuole regionali: dall'aristocraticità senese (Duccio, Simone Martini, i Lorenzetti e Pietro) al naturalismo emiliano (Vitale da Bologna, Tommaso da Modena), alla ieraticità veneta, di discendenza bizantina (Paolo e Lorenzo Veneziano). La Lombardia fornì un vivacissimo apporto al gotico internazionale col cantiere del duomo milanese e notevoli figure di miniatori (Giovannino De Grassi, Belbello da Pavia). In genere solo alcuni centri dell'Italia settentrionale (Verona, Venezia) o zone periferiche (Marche, Italia meridionale) si attardarono nelle dolcezze dello stile cortese quando già all'alba del Quattrocento a Firenze era iniziata la grande vicenda del Rinascimento.

GOTICO INTERNAZIONALE O TARDO GOTICO
Con questo termine si indica genericamente la produzione del gotico tardo, tra il 1370 e il 1450 ca. Agli studi del Courajod e dello Schlosser si deve la scoperta di una "universalità" gotica di questo periodo, forse l'ultima "koinè" del mondo occidentale, fatta di comunanze stilistiche che non escludono episodi del tutto particolari nei singoli Paesi. Si tratta quindi di un'accezione non tanto storico-cronologica (l'internazionalità è tipica di tutto il gotico), quanto stilistica: il tessuto connettivo è il gusto del fantastico, l'evocazione di un mondo favoloso, quello delle corti europee della fine del Trecento, ormai isolate in una società in cui l'elemento borghese aveva preso il sopravvento sul ceto feudale. Piccoli centri raffinati, che si rimandavano l'un l'altro un'arte preziosa (donde l'altro termine, equivalente, di gotico cortese), dall' Avignone dei papi alla Praga di Carlo IV, dalla Bourges dei duchi di Berry alla Digione dei duchi di Borgogna, alla Milano dei Visconti, che nella fabbrica del duomo ebbe una vera fucina di apporti internazionali. Un'arte colta ed estetizzante, profana anche nell'interpretazione del fatto sacro, colorita e narrativa, che proprio per questo ha dato i suoi più alti frutti nell'affresco, negli arazzi, nella miniatura.

BIBLIOGRAFIA
Opere di carattere generale: J. Harvey, The Gothic World, Londra, 1950; E. Panofsky, Gothic Architecture and Scolasticism, Princeton, 1951; J. Dupont, C. Gnudi, La peinture gothique, Ginevra, 1954; J. Baltrusaitis, Le Moyen Age fantastique, Parigi, 1955; J. von Schlossen, L'arte di corte nel secolo decimoquarto, Milano, 1965; A. Brandenburg, I centri dell'arte gotica, Milano, 1989. C. Gnudi, L'arte gotica in Francia e in Italia, Torino, 1982. E. Male, Le origini del gotico, Milano, 1986. P. Toesca, Il Trecento, Torino, 1951; M. Salmi, Miniatura e pittura durante il periodo gotico in Italia, Roma, 1954; G. Weise, L'Italia e il mondo gotico, Firenze, 1956; E. Carli, C. Gnudi, R. Salvini, Pittura italiana: Medioevo, Romanico e Gotico, Milano, 1959; L. Castelfranchi Vegas, Il Gotico internazionale in Italia, Roma, 1966; E. Pifferi, L. Tettamanzi, Milano gotica, Como, 1988. 

     

 
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