Il termine
"rinascimento" identifica l'arte sviluppatasi nei secoli XV e XVI, fu usato per
la prima volta da Jacob Burckardt nella sua pubblicazione La civiltà del
rinascimento del 1860, prima di lui Giorgio Vasari nel descrivere i
cambiamenti e le novità che si verificarono a partire dal trecento, usa il
termine rinascita. Caratteristica peculiare del rinascimento fu l'interesse
per tutte le manifestazioni culturali del mondo antico, gli artisti
rinascimentali si sentivano legati alla civiltà classica e consideravano il
medioevo un'età di decadenza. L'arte rivilse il proprio sguardo al mondo
classico non semplicemente per imitarlo, ma partendo da esso per creare qualcosa
di nuovo. Molti artisti si recavano a Roma per studiare le opere classiche,
mentre Firenze fu un centro molto fiorente grazie alla presenza di molte
famiglie che commissionavano opere d'arte, in particolare la famiglia Medici.
Partendo dal presupposti che l'arte classica è un'arte naturalistica, lo scopo
dell'arte era imitare la natura, perciò, in questo periodo, si intensificano gli
studi sulla natura. Da quaesti studi ne consegue un diverso modo di indagare la
realtà che circondava gli artisti, ne sono il frutto la scoperta della
prospettiva e delle proporzioni. Alcuni artisti scrivono trattati sull'argomento
come Leon Battista Alberti, il
quale nel 1435 terminò la stesura del suo De Pictura, oppure Piero della
Francesca che scrisse il De prospectiva pingendi.
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